Articolo tratto dal documento “A proposito di sicurezza sul lavoro” a cura di Giovanni Miccichè – Funzionario Tecnico Direzione Normazione UNI
Non è possibile immaginare di garantire la sicurezza sul lavoro senza passare attraverso la sicurezza delle macchine impiegate nelle varie attività lavorative. Il legislatore italiano, fin dagli anni ‘50, ha considerato la sicurezza del macchinario come elemento imprescindibile per l’ottenimento di condizioni di lavoro sicure; già nel DPR 547 del 1955 venivano dettate regole per la costruzione e l’utilizzo delle macchine e l’interesse del legislatore alla definizione dei requisiti del macchinario non è mai andato scemando. Il continuo miglioramento dell’andamento del fenomeno infortunistico è certamente attribuibile anche alla costante attenzione alla sicurezza degli strumenti impiegati nelle attività lavorative. Caratteristica propria del legislatore è però la formulazione di precetti che richiedono un’interpretazione, o per meglio dire, la definizione di modalità applicative che tengano conto delle peculiarità del contesto operativo, delle diverse connotazioni che può assumere una macchina, della costante evoluzione delle conoscenze tecniche e delle disponibilità tecnologiche. Nella, non facile, attività di realizzazione di condizioni di lavoro sicure, gioca un ruolo fondamentale la normazione tecnica.
Rappresentando lo stato dell’arte ed essendo elaborata da chi possiede le conoscenze specifiche, la norma tecnica consente di dare concretezza e attualità a precetti normativi necessariamente generici. Il meccanismo di continuo adeguamento all’evoluzione delle conoscenze e delle possibilità tecniche supplisce, inoltre, all’inevitabile lentezza di adeguamento propria degli strumenti legislativi. Ben prima dell’emanazione della Direttiva Macchine 89/392, UNI poteva offrire ai costruttori e agli utilizzatori di macchine una ricca raccolta di norme che avevano per oggetto la sicurezza. Con l’emanazione della Direttiva europea sui requisiti essenziali di sicurezza delle macchine, UNI ha iniziato ad operare come mirror dei Technical Committees (TC) del CEN, ente incaricato dalla Commissione europea di elaborare il corpo normativo armonizzato per dare concreta applicabilità, e la presunzione di conformità, ai requisiti essenziali di sicurezza definiti dalla Direttiva europea. Alla Sottocommissione Macchine, operante all’interno della Commissione Sicurezza, fanno oggi riferimento ben 13 Gruppi di lavoro:
• Sicurezza del macchinario;
• Sicurezza delle centrifughe;
• Sicurezza delle macchine per costruzione, per materiali da costruzione e per miniera;
• Sicurezza delle macchine per la lavorazione del legno;
• Sicurezza delle macchine per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma;
• Sicurezza delle macchine per l’imballaggio;
• Macchine per la stampa e la lavorazione della carta;
• Sicurezza delle macchine tessili;
• Sicurezza di impianti e apparecchiature per trattamenti di superficie;
• Sicurezza delle apparecchiature per la produzione e la formatura dei metalli;
• Sicurezza degli autolavaggi;
• Sicurezza delle macchine e delle attrezzature per pubblico spettacolo;
• Tecnologia grafica.
Come si può constatare i settori normativi seguiti dalla Sottocommissione sono molto vari, ma la sicurezza è l’elemento comune e qualificante dell’attività normativa relativa al macchinario e ciascuno di questi gruppi di lavoro si interfaccia con uno o più corrispondenti TC del Comitato Europeo di Normazione CEN e dell’ISO. Particolarmente vivace l’attività del Gruppo di lavoro 01 “Sicurezza del macchinario”, interfaccia del CEN/TC 114 e ISO/TC 199. Gli argomenti trattati da questo gruppo di lavoro sono per loro natura trasversali a tutti i tipi di macchine e richiedono un’attenzione speciale per l’impatto che possono avere su molti settori produttivi. Ne sono un esempio le norme elaborate per definire i criteri per la realizzazione delle parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza, le Safety related parts of control system, contenuti nelle UNI EN ISO 13849-1 e 13849-2, oppure le norme relative alla definizione delle distanze di sicurezza (la UNI EN ISO 13857 definisce le distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori e inferiori) o le norme sulle modalità di realizzazione dei ripari (la UNI EN ISO 14120 Ripari – Requisiti generali per la progettazione e la costruzione di ripari fissi e mobili), e dei dispositivi di interblocco dei medesimi (la UNI EN ISO 14119 Dispositivi di interblocco associati ai ripari – Principi di progettazione e di scelta). La sicurezza delle macchine utilizzate per il lavoro è oggetto anche delle attività di due gruppi di lavoro incardinati nella Commissione Macchine Utensili e dedicati alla sicurezza delle macchine utensili per asportazione e alla sicurezza delle macchine utensili per deformazione.
La digitalizzazione degli ambienti di lavoro, l’automazione sempre più avanzata, richiedono la definizione di norme che indichino lo stato dell’arte nei vari settori di utilizzazione delle macchine. Già da 10 anni la UNI EN ISO 11161 “Sistemi di fabbricazione integrati – Requisiti di base” specifica i requisiti di sicurezza per i sistemi di fabbricazione che incorporano due o più macchine interconnesse, definendo requisiti e raccomandazioni per la progettazione sicura, focalizzandosi in particolare sugli aspetti di sicurezza importanti per l’interconnessione delle macchine. Oggi l’inserimento dei robot collaborativi richiede che le conoscenze ed esperienze sui vari aspetti dell’interazione tra uomo e macchine; al riguardo è stata messa allo studio la norma ISO/AWI 21260 “Safety of machinery – Mechanical safety data for physical contacts between moving machinery and people” con l’obiettivo di definire le forze limite per il contatto tra parti in movimento e l’uomo.