Il Documento per la Valutazione dei Rischi in ottica di Genere

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In un processo aziendale di perseguimento degli obiettivi di Salute e Sicurezza sul Lavoro per tutti i lavoratori e lavoratrici, il processo fondamentale da prendere in considerazione è costituito dalla valutazione dei rischi e dalla redazione del DVR.nnTutte le attività svolte in una struttura e quelle che un’azienda può svolgere esternamente,le attività svolte da terzi in ambito aziendale che possono interferire con le proprie attività, nonché gli aspetti organizzativi ed operativi che possono influire significativamente sulla sicurezza in ottica di genere sono analizzate per individuare i pericoli presenti.nnEsistono molti strumenti e metodologie per la valutazione dei rischi che possono aiutare le aziende e le organizzazioni a valutare i rischi presenti sul lavoro.nnLa scelta del metodo dipenderà dalle condizioni del luogo di lavoro, come il numero di lavoratori, il tipo di attività (ad es. attività ripetitive, incarichi occasionali o a elevato rischio) e le attrezzature utilizzate, le caratteristiche del luogo di lavoro (sede fissa onntransitoria) e gli eventuali rischi specifici.nnIn altri termini non esiste un modo univoco di effettuare una valutazione dei rischi:nna seconda delle circostanze, possono rivelarsi efficaci, approcci diversi.nnSicuramente la piena attenzione verso il genere e la conseguente integrazione in un più ampio approccio metodologico alla Valutazione dei Rischi, passa attraverso l’esplicitazione di tali istanze nella Politica Aziendale.nnEssa deve far comprendere i principi cui s’ispira ogni azione aziendale, deve essere finalizzata alla salute e sicurezza e al benessere di tutti i partecipanti alla vita aziendale e ad essa tutti devono attenersi in rapporto al proprio ruolo ed alle proprie responsabilità.nnOccorre, comunque, sottolineare come già il legislatore mostri la strada ai soggetti responsabili in ambito di SSL attraverso il D.Lgs. n.81/2008 e s.m.i.: dal testo emergono con chiarezza alcuni principali indicatori di tale scelta di fondo, come l’introduzionenndell’obbligo di individuazione delle procedure e l’inserimento di queste nel documento di valutazione dei rischi, la precisione nel definire il ruolo del dirigente e del preposto e l’inserimento nel DVR stesso dell’organigramma aziendale in tema di sicurezza.nnIl cardine centrale è sicuramente rappresentato dall’introduzione della “specificità e soggettività” dei lavoratori, nel nuovo modello di valutazione del rischio.nnIn definitiva il vero quid che distingue un metodo tradizionale di fare la sicurezza in azienda da un approccio realmente appropriato dal punto di vista metodologico, è costituito dall’abbandono di un modello di valutazione dei rischi generalista e generico,quand’anche orientato all’ottica di genere, in favore di una valutazione personalizzata,ritagliata per ogni gruppo omogeneo di lavoratori (pur tenendo conto del sesso di appartenenza), fino al singolo lavoratore/lavoratrice in caso di unicità dell’esposizione ad un particolare fattore di rischio.nnÈ con questo obiettivo che è stato elaborato un nuovo modello di valutazione dei rischi che, partendo dalla letteratura e dall’esperienza consolidata in ambito nazionale, in particolare seguendo lo standard OHSAS 18001 e le Linee guida sui sisteminndi gestione della sicurezza a cura di UNI-INAIL-ISPESL-Parti sociali, 2001, ed europeo con le OSHAS 18001, sia in grado di restituire una fotografia reale di ogni comparto produttivo considerato.nnLa prevenzione, la riprogettazione dei luoghi di lavoro, gli interventi di rimozione dei fattori di rischio, devono essere improntati alla capacità di intervenire con provvedimenti differenziati secondo le peculiarità uomo/donna con l’obiettivo di migliorare le condizioni dell’organizzazione, dei luoghi e delle postazioni di lavoro.nnNella stessa ottica di specificità degli interventi, anche le modalità di definizione di regole, procedure, norme di comportamento devono seguire regole di peculiarità,essere mirate a specifici obiettivi e formulate secondo criteri di priorità.nnIn sintesi la sicurezza sui luoghi di lavoro non si raggiunge prevedendo e prescrivendo tutte le conosciute forme di tutela e protezione, ma solamente quelle utili per ogni specifica mansione/attività, a seguito di un’attenta analisi dei rischi che considera le possibili specificità legate al genere.nnInoltre è allo studio l’implementazione di Schede di Rischio elaborate in ottica di genere per i rischi chimico, fisico, biologico, da sovraccarico biomeccanico, psicosociale e stress lavoro-correlato; le schede conterranno indicazioni per una valutazione che tenga conto delle eventuali differenze nella interazione con il rischio in base al genere (assorbimento, metabolismo, escrezione, fattori ormonali/costituzionali,impegni extralavorativi, interfaccia casa-lavoro, orari di lavoro, tipologia di contratto, ecc.).nnIn esse saranno riportati suggerimenti per un approccio alla prevenzione sensibile alle specificità di genere, sia in relazione alla riduzione/rimozione del rischio, che alla scelta dei Dispositivi di Prevenzione Individuali; nelle schede saranno infine presenti delle raccomandazioni per il coinvolgimento di tutti i lavoratori e di coloro che svolgono una funzione attiva nel sistema di sicurezza aziendale, nella individuazione delle azioni preventive e nella formazione/informazione.nnLe Schede di Rischio verranno sperimentate in specifici settori produttivi o servizi, via via individuati, in modo da coprire progressivamente un campo sempre più esteso.nnCiò al fine di fornire alle aziende uno strumento di lavoro snello ma al tempo stesso utile, sia all’acquisizione di una consapevolezza delle specificità di genere sia all’effettuazione di una valutazione dei rischi che ne tenga conto.

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