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La tutela delle pari opportunità è considerata una dei molteplici aspetti e declinazioni,rapportabili al più generale principio sopra espresso della parità e uguaglianza tra i sessi.nnLe politiche di pari opportunità fra uomini e donne sono un insieme di interventi delle istituzioni, finalizzati ad eliminare gli ostacoli alla partecipazione politica, economica e sociale dovuti all’appartenere a uno dei due sessi:nnesse partono quindi dal presupposto di una diseguaglianza esistente, a svantaggio delle donne, che deve essere superata con strumenti normativi e di controllo e con iniziative di riequilibrio di opportunità e poteri.nnLo sviluppo di queste politiche in Italia è stato fortemente ritardato rispetto ad altri Paesi per ragioni storiche e culturali.nnL’unità italiana è infatti avvenuta con un’impronta nettamente conservatrice in termini morali e giuridici, con uno status della donna pienamente subordinato all’autorità maschile, e il principio di tutela della donna timidamente emerso alla fine del secolo scorso era finalizzato alla protezione dell’essere più debole e strettamente funzionale all’esercizio della maternità , in un quadro di accentuata disparità di trattamento nella vita privata e di esclusione della donna dalla vita pubblica.nnLe battaglie per il diritto di voto, l’accesso all’istruzione e ai pubblici uffici, la parità salariale trovano un riconoscimento solo dopo la seconda guerra mondiale, quando la Costituzione sancisce la parità formale tra i sessi di fronte alla legge e sul lavoro.nnProprio la Carta Costituzionale getta le basi delle future politiche attive di parità , con il riferimento alla rimozione degli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza tra i cittadini.nnMa il concetto di pari opportunità riesce a farsi strada solo molti anni dopo, in una stagione di grandi movimenti sociali e riforme in cui le donne diventano protagoniste e soggetto politico.nnLe politiche sulle pari opportunità prendono l’avvio da nuovi pensieri e movimenti,comunque fondati sulla valorizzazione della differenza di genere e sull’affermazione del punto di vista femminile contro quello falsamente neutrale della norma maschile.nnSolo negli anni Settanta la legislazione riconosce il principio della parità nelle diverse sfere della vita sociale, dalla famiglia al lavoro, e istituisce i primi organismi espressamente finalizzati a perseguire l’uguaglianza di opportunità , all’inizio con funzioni consultive e quindi anche di iniziativa e di controllo.nnConferma di tale svolta nella coscienza sociale del Paese, viene data dall’art. 1, legge Costituzionale n. 1 del 30 maggio 2003, il quale aggiunge un periodo fondamentale e denso di significato all’art. 51 della nostra Costituzione: “ tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini..†.
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