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Ampliamento delle forme di tutela offerte alle lavoratrici pubbliche e private; previsione di iniziative per evitare ogni forma di discriminazione, basata su ragioni sessuali e per garantire in concreto pari opportunità ; rafforzamento delle attribuzioni degli organismi statali, regionali e locali, in particolare della rete delle consigliere e dei consiglieri di parità , a partire dall’ampliamento della legittimazione attiva e passiva in caso di contenzioso.nnPossono essere così sintetizzati gli obiettivi del decreto legislativo 5/2010 «Attuazione della direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio scorso57.nnLe nuove disposizioni normative, dettano correzioni che non stravolgono la logica dei provvedimenti in vigore, ma hanno l’intento di allargare le forme di tutela offerte ai cittadini.nnIl provvedimento modifica le disposizioni legislative esistenti in questa materia e recepisce le prescrizioni dettate dall’Unione europea.nnIl decreto obbliga altresì il Ministro del Lavoro a presentare alla Commissione europea entro il 15 febbraio 2011 una relazione sullo stato di attuazione della direttiva comunitaria per la lotta alle discriminazioni basate sui sessi e a predisporre ogni quattro anni uno specifico documento e a dare conto ogni otto anni dello stato effettivo delle differenze esistenti nel nostro Paese.nnSi prevede che dall’applicazione di queste nuove disposizioni non debbano derivare oneri aggiuntivi di qualunque tipo per le pubbliche amministrazioni le quali devono fronteggiare i vincoli posti dalla norma con le risorse umane, strumentali e finanziarienndisponibili.nnI cambiamenti apportati dal decreto legislativo in commento, alla normativa nazionale vigente, potrebbero essere così riassunti.nn
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