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I DPI per la protezione delle vie respiratorie appartengono alla III categoria secondo la classificazione del D.Lgs. 475/1992. Si distinguono essenzialmente in due categorie:nn• dispositivi filtranti (o respiratori a filtro), in grado di trattenere le sostanze inquinanti presenti nell’ambiente;nn• respiratori (isolanti), in grado di rendere indipendente l’utilizzatore dall’ambiente inquinato.nnI pericoli per le vie respiratorie dipendono essenzialmente dalla mancanza di ossigeno nell’ambiente di lavoro o dalla presenza nell’aria d’inquinanti pericolosi particellari (polveri, fibre,fumi e nebbie) o gassosi (gas o vapori). Quando, nonostante il ricorso a misure tecniche di prevenzione, come gli impianti di aspirazione o ventilazione e i sistemi di contenimento, o a misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro, il livello d’inquinamento non può essere contenuto a sufficienza, occorre utilizzare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie idonei alla situazione contemplata e assicurarne l’adeguato uso, attraverso l’indispensabile formazione teorica e pratica, la manutenzione e l’immagazzinamento. L’inquinamento è eliminato o ridotto a sufficienza quando dalla valutazione dei rischi, quello chimico risulta “irrilevante per la saluteâ€. La finalità di un dispositivo di protezione delle vie respiratorie è di proteggere l’utilizzatore dall’inalazione d’inquinanti nell’aria e/o dalla carenza di ossigeno. Il funzionamento di un dispositivo di protezione delle vie respiratorie consiste nel filtrare l’aria inquinata o nel fornire aria respirabile da una sorgente alternativa all’aria pericolosa dell’ambiente di lavoro. L’aria respirabile raggiunge l’utilizzatore tramite un boccaglio (nel caso di respiratore),un quarto di maschera (copre naso e bocca), una semimaschera (copre naso, bocca e mento),una maschera intera (copre l’intero volto), un casco (elmetto), un cappuccio, un giubbotto o una tuta (questi ultimi con elmetto o cappuccio incorporati). 
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