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Sono circa 500 i casi riconosciuti dall’INAIL per stress collegato al lavoro delle quattromila denunce presentate all’Istituto negli ultimi 10 anni. I dati sono stati presentati dal direttore centrale delle prestazioni, Luigi Sorrentini, nel corso di una recente audizione al Senato dedicata al mobbing. Sulla base dei dati gestionali rilevati nel corso degli anni è risultato che per il 64% dei casi di malattia da stress collegato al lavoro è stata riconosciuta dall’INAIL una indennità in capitale, mentre appena il 9% una rendita e per il 27% solo una indennità per inabilità temporanea al lavoro o sono stati riconosciuti senza indennizzo. Ancora, il 60% dei casi riconosciuti in questi anni riguarda uomini. Quasi la metà dei casi è nella fascia di età centrale (il 46% tra i 46 e i 55 anni), mentre il 20% ha oltre 56 anni. Riguardo i comparti economici, prevale il terziario – con il 42% dei casi riconosciuti – mentre, rispettivamente con il 29%, seguono la pubblica amministrazione e l’industria. Il 59% dei casi ha riguardato, infine, gli impiegati. mentre il 21% è relativo a operai e il 20% a quadri e dirigenti.nn Dati inferiori alle indagini fatte tramite questionario. “Il dato delle denunce è molto inferiore a quello che emerge dalle indagini sullo stress fatte tramite questionario sul quale incide la percezione soggettiva”, ha spiegato Sorrentini. “È molto inferiore anche la percentuale di casi riconosciuti per questa malattia (pari al 13%, per l’appunto), contro il 40% delle altre malattie professionali (indicativamente su 40mila domande l’anno circa 16mila sono riconosciute). Questa è infatti una malattia non tabellata e l’onere della prova è a carico del lavoratore, che deve dimostrare che lo stress è collegato al lavoro. È più difficile che pervengano denunce per tale tipologia di malattia per timore del lavoratore di entrare in collisione con l’impresa”. nnUn ambito difficile da stimare numericamente. Da sottolineare, inoltre, come le malattie professionali correlate allo stress rappresentino un fenomeno oggettivamente complesso da “circoscrivere”. I dati forniti, infatti, riguardano esclusivamente le malattie psichiche, quali il disturbo da disadattamento cronico e il disturbo post-traumatico da stress, che sono generalmente causate dallo stress. L’accertamento del nesso di causalità – ovvero diagnosticare la malattia riscontrando nella vicenda lavorativa elementi imputabili allo stress che trascendano le comuni problematiche legate a una normale attività e che possano assurgere a motivo della patologia - è particolarmente complesso, considerato che la scienza medica individua tra le cause di tali patologie psichiche soprattutto vicende collegate alla sfera personale, più che a vicende lavorative. Lo stress, comunque, non produce soltanto patologie psichiche, ma può essere causa, o concausa, di patologie fisiche o psicosomatiche, per lo più a genesi multifattoriale. Sono numerose le patologie di quest’ultimo tipo indennizzate dall’INAIL, ma è difficile distinguere, a livello statistico, quelle che sono riconducibili a stress da quelle che non lo sono. Per questa ragione si può affermare che i dati relativi alle malattie psichiche costituiscono soltanto una parte del numero totale di malattie causate da stress correlato al lavoro che l’INAIL indennizza.nn (ls/roma)
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