Il Radon è un gas radioattivo di origine naturale, inodore e incolore, moderatamente solubile in acqua, che deriva dal decadimento dell’uranio e del torio, che sono presenti nel suolo con concentrazioni diverse a seconda del luogo e in molti tipi di rocce. Il radon può facilmente esalare dal suolo e dalle rocce e diffondersi attraverso l’aria dal terreno o in soluzione nell’acqua. In questo modo si può diffondere anche nell’aria, all’interno degli edifici.
Per questo motivo, in fase di progettazione o di costruzione di un nuovo edificio, è opportuno adottare criteri che riducano l’ingresso del radon dal suolo con un costo relativamente ridotto, rispetto a quello del risanamento di una struttura esistente.
La prevenzione dal radon negli edifici di nuova costruzione riguarda la scelta della posizione e la destinazione d’uso dei locali, la scelta dei materiali da costruzione impermeabili al radon, la pianificazione dei passaggi delle condotte, l’isolamento termico, il sistema di aerazione.
Per la protezione dal rischio radon il D. Lgs. 81/08 prevede che si faccia riferimento alla normativa specifica inerente le radiazioni ionizzanti: il D. Lgs. 230/95, così come integrato e modificato dai D. Lgs. 241/00 e 257/01, che ha recepito la Direttiva comunitaria 96/29/Euratom.
Misure tecniche di prevenzione per nuove costruzioni
Per le nuove costruzioni è necessario utilizzare i seguenti criteri anti-radon:
- tecnica del vespaio o delle intercapedini: consiste nella realizzazione di una buona ventilazione naturale per tutta la superficie di contatto suolo-edificio, riempiendo il vespaio con ghiaia e stendendo su tutta la superficie di contatto suolo-edificio un foglio di materiale impermeabile al radon;
- tecnica di uno o più pozzetti di raccolta, stendendo sempre sotto la gettata uno strato di ghiaia di circa 5-10 cm e un foglio di materiale impermeabile al radon.
Nel caso si utilizzi la tecnica del vespaio o delle intercapedini, è sufficiente prevedere la realizzazione di una buona ventilazione naturale per tutta la superficie di contatto suolo-edificio.
Il numero delle bocchette di aerazione deve essere sufficiente a consentire un buon ricambio di aria, con una bocchetta ogni 2 metri lineari. Inoltre è consigliabile il riempimento del vespaio con ghiaia. In aggiunta deve essere steso un foglio di materiale a bassa permeabilità al radon (già ne esistono in commercio) sempre su tutta la superficie di contatto suolo edificio. In tal modo la costruzione rimane predisposta per una facile installazione di un ventilatore nel caso la concentrazione risultasse elevata.
Quando non si adotta il vespaio si devono predisporre, al di sotto della prima gettata, uno o più pozzetti di raccolta, a seconda della superficie dell’edificio (circa uno ogni 250 mq), collegati tra loro e collegati con l’esterno dell’edificio. Inoltre si deve stendere, sempre sotto la prima gettata, uno strato di ghiaia di circa 5-10 cm. Infine si deve stendere un foglio di materiale a bassa permeabilità al radon. Anche in questo caso, nell’eventualità in cui si riscontrassero elevate concentrazioni, potrà essere collegato un ventilatore per l’aspirazione del radon dal o dai pozzetti.