Trend degli infortuni sul lavoro

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Il trend degli infortuni sul lavoro mostra netti segnali di tendenza al ribasso, ma la percentuale di infortuniimprese non a norma continua ad essere altissima. Il comitato provinciale di coordinamento per la sicurezza dei cantieri edili e per il contrasto del lavoro nero, si è riunito nei giorni scorsi, presieduto dal prefetto di Como Michele Tortora. Un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti delle forze dell’ordine che operano sul territorio provinciale, ma anche gli enti settoriali e le parti sociali in causa.nnDivisi per rispettive competenze i dati infortunistici relativi al 2010 parlano di numeri decisamente alti. La direzione provinciale del Lavoro ha svolto 844 controlli, riscontrando 740 imprese non a norma, pari all’88 per cento del totale. Sono inoltre stati individuati 831 lavoratori, 359 dei quali erano impiegati senza regolare contratto. A questo si aggiungono le sospensioni delle attività imprenditoriali disposte dalla Direzione del lavoro, in tutto 38, di cui 9 riconducibili al settore edilizio.nnL’Inps ha invece svolto controlli in 482 aziende, rilevando un tasso di irregolarità del 78 per cento: i dati parlano di 99 aziende irregolari, 232 lavoratori non contrattualizzati e omissioni accertate per un ammontare di cinque milioni di euro. L’Inail ha invece controllato 209 imprese, rilevando un tasso di irregolarità di circa il 90 per cento: solo nel settore dell’edilizia sono 20 le società a cui sono stati attribuite violazioni o disattenzione delle normative. Il comitato precisa tuttavia che l’alto tasso di irregolarità di cui sono espressione questi numeri, deriva dal fatto che i controlli prediligono le aziende che – sulla scorta di una serie di parametri documentali e valutativi – vengono considerate ad alta probabilità di disattendere le norme.nnUna sorta di screening mirato, che non manca di rispondere alle ipotesi iniziali che motivano le scelte degli ispettori. Infine l’Asl ha evidenziato che, anche a fronte di una comparazione dei dati su scala regionale, il trend degli infortuni sia gravi che lievi, rispetto agli anni precedenti si è ridotto visibilmente, con un calo del 20 per cento per quanto riguarda i casi con esito mortale, passati dai 9 del 2009 ai 7 del 2010. Va comunque sottolineato che l’infortunio che causa un decesso, è sempre un episodio estremo e legato a circostanze specifiche, e non sono mai indicativi dello stato di rispetto generale delle leggi sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Infine il Comitato provinciale ha ribadito, su richiesta di alcuni componenti, che i tentativi di vendita di abbonamenti in aziende sono del tutto abusivi: pare infatti che, spacciandosi per ispettori preposti ai controlli, alcuni soggetti cerchino di vendere abbonamenti a riviste specializzate. È invece noto che chi svolge i controlli per conto di enti pubblici, si qualifica con estrema chiarezza e non vende nulla.nnLa Direzione provinciale del lavoro di Como ha effettuato, lo scorso anno, 844 controlli a carico di altrettante piccole e grandi imprese operanti in provincia, scoprendo che l’88% di esse (740) non erano a norma o per questioni di tipo contributivo o per questioni legate al rispetto delle norme anti infortunistiche.nnIn particolare sono stati individuati 831 lavoratori irregolari, dei quali 359 assoldati completamente in nero, fantasmi al lavoro senza alcun tipo di garanzia. Sono soltanto alcuni dei dati, per certi versi sconcertanti, che la prefettura di Como ha reso noto ieri, al termine di un lungo incontro in cui gli uffici competenti (oltre alla Direzione provinciale del lavoro, anche l’Asl, l’Inps e l’Inail) e i rappresentanti delle varie categorie si sono riuniti per fare il punto su un anno di controlli.nnNe è emerso un quadro tutt’altro che confortante che, specie per quanto riguarda l’edilizia, dà conto di un ricorso sempre più frequente a operai “assunti” a giornata, ovviamente senza contributi e spesso in condizioni di sicurezza molte precarie. La Direzione provinciale del lavoro – che ha proceduto a sospendere, per violazioni gravi, 38 attività imprenditoriali – ha identificato 293 imprese edili irregolari (l’86% delle 342 visitate), 126 pubblici esercizi irregolari (addirittura il 96% di quelli sottoposte a verifica, che sono state 131) e 62 aziende non a norma nel campo degli autotrasporti (il 91% delle 68 controllate). L’Inps ha passato al setaccio la contabilità di 482 imprese grandi e piccole, rilevando un tasso di irregolarità, per quanto concerne gli aspetti previdenziali, pari al 78%: c’erano 99 aziende del tutto sconosciute all’istituto, 232 lavoratori in nero e oltre cinque milioni di euro di contributi non versati.nnCaldo anche il fronte delle normative anti infortuni, anche se spesso, in questo caso, basta davvero dimenticare per un attimo di indossare il caschetto protettivo per ritrovarsi subito nella lista dei cattivi: il tasso di irregolarità delle 209 imprese edili “radiografate” dall’Inail è, in questo caso, pari a circa il 90%.

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