esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio

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Le rilevazioni della Consulenza statistico attuariale dell’INAIL: una media di 17 incidenti l’anno, con 3,4 dall’esito letale. Le dimensioni contenute delle imprese e la manipolazione di materiale esplosivo tra i motivi dell’elevata pericolosità del settorenn

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Secondo le rilevazioni della Consulenza statistico attuariale dell’INAIL, nel corso del quinquennio 2005/2009 sono 85 gli infortuni sul lavoro – 17 dei quali mortali – che si sono verificati, in Italia, nel settore della pirotecnia (in media, dunque, ogni anno ha registrato 17 incidenti, con 3,4 dall’esito letale). Il comparto – tornato drammaticamente alla ribalta della cronaca dopo l’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a Santa Venerina, nel catanese – nel 2009 ha visto impegnate 277 aziende, per un totale di 564 addetti.nn

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Le dimensioni estremamente contenute delle imprese (con un personale rappresentato, in media, da due unità), la manipolazione di materiale esplosivo, nonché il carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte spiegano, così, la potenzialità di rischio infortunistico comunque elevata del settore.nn

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I dati territoriali segnalano, inoltre, il forte radicamento delle aziende nelle regioni del Mezzogiorno (dove è particolarmente diffuso l’utilizzo dei botti e dei fuochi d’artificio al termine delle feste popolari). E proprio nelle regioni del Mezzogiorno, infatti – sempre tra il 2005 e il 2009 – si verificano il 54% degli infortuni (46 casi) e il 52,9% delle morti complessive (nove episodi, a fronte di un solo caso nell’area del Nord – in particolare nel Nord-Est – e dei sette del Centro). Particolarmente rilevante, infine, appare la concentrazione infortunistica in Campania, dove si verifica il 20% degli infortuni e quasi la metà di tutti i decessi del settore.nn

rn Per saperne di più: Infortuni nel settore della pirotecnia 2005/2009